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GIPSY THAILANDIA: NATALE IN INFRADITO A KOH LIPE 1
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GIPSY THAILANDIA: NATALE IN INFRADITO A KOH LIPE

E’ sera quando il nostro aereo approda a Bangkok, appena messo piede sulla scaletta il familiare caldo tropicale ci avvolge. Siamo vicini alla città ma sentiamo già aria di mare. La Thailandia, che mi accoglie per la terza volta, mi piace. Anche se è tanto, a volte troppo turistica, anche se a volte è trattata molto male da chi la vive e anche da chi la visita, anche se a volte ti fa sentire un po’ un “portafoglio ambulante”. Ma. Ma è piena di persone sorridenti e accoglienti, ha numero infinito di luoghi che meritano una visita, ha paesaggi unici e un clima che adoro, è sicura, ancora mediamente economica, fanno massaggi favolosi e cibo che mi piace un casino. Insomma, sono contenta di essere ancora una volta qui.

Avendo gà visitato Bangkok, Chiang Mai, Koh Tao e Phangan, Phuket e Phi Phi, per rilassarci un pò dopo il tour de force delle scorse settimane e goderci il nostro primo Natale in spiaggia, decidiamo di puntare a Koh Lipe, piccola isola all’estremo sud del Mar delle Andamane che puntavo già dall’ultimo viaggio in zona, seguita da una settimana in zona Krabi, punto di partenza (nella mia testa) economico e comodo per fare diverse escursioni con brevi spostamenti. 

BANGKOK, DOVE PER ME E’SEMPRE BELLO TORNARE

Il primo giorno ci fermiamo a Bangkok per ottenere il visto per la prossima meta, il Myanmar, dato che era più semplice e veloce richiederlo da qui che in Italia -spiegherò come quando raccontando del Myanmar (leggi qui)-  e la sera girovaghiamo per le strade di Khao San, zona sì super occidentale, un po’ giungla cittadina, un pò turistilandia, ma sempre piacevole.

Qui, mentre ci godiamo una birra fresca in uno dei tanti locali, osserviamo una ragazza che in silenzio dispone a terra con grande cura dei bigliettini-origami. Ci sorridiamo distanza. Decidiamo di avvicinarci per scambiare due parole e comprare una cartolina, chiedendoci come mai una ragazza così bella e curata si trovi a vendere cartoline in strada la notte: scopriremo che dietro quel sorriso si cela una grande forza e dolcezza abbinata a una vita parecchio difficile, e non solo per il fatto che a questa bella ragazza manca la parola e l’uso di un braccio. Con i gesti e le note di un tablet ci racconta il suo passato, la sua vita divisa tra due lavori -fare fotocopie in ufficio di giorno e creare piccole opere d’arte da vendere in strada la notte- e il volontariato con ragazzini che come lei hanno problemi, fisici o mentali. Ci fa vedere le foto sue e dei ”suoi” ragazzini, ci racconta dell’uomo che l’hai illusa promettendole di portarla via per poi tradirla, ci racconta di sua madre che non c’è più, il tutto senza mai smettere di sorridere con una dolcezza e una positività disarmante, né facendo si che la mancanza della parola sia un limite. Mi stupisco di come lei dal suo mondo di silenzio abbia evidentemente voglia di comunicare, di condividere, e di come riesca a farlo tanto bene con così poco, molto più di quanto riescano a fare tante persone con fiumi di parole.

Torniamo in ostello con una sensazione dolce amara sulla pelle, la promessa di rivederla al nostro rientro a Bangkok e la consapevolezza di quanto siamo fortunati, di quanto poco nella nostra vecchia routine facevamo per rendere giustizia al meraviglioso dono che é la vita, di quanto abbiamo tutti da imparare da persone come lei, quando ci sentiamo assalire dai piccoli problemi, dalla negatività, dall’insoddisfazione, dalla rabbia. Certo, ognuno vive nella propria pelle e regisce a quel che gli succede in base al proprio universo interno, ed è giusto così, ma ogni volta che incontro una persona come lei non posso che sentirmi grata e ripromettermi di portare con me questa sensazione il più lungo possibile. 

Il giorno dopo con questo spirito ci imbarchiamo in quello che credevamo essere un vero viaggio della speranza: 15 ore di treno fino a HatYai, 4 ore di van fino a PakBarra e 2 ore di barca per raggiungere il bonus che abbiamo voluto regalarci per Natale, cinque giorni nella bella e remota Koh Lipe. In realtà anche qui siamo sorpresi in positivo, il treno thailandese si rivela essere un mezzo di trasporto perfetto: puntuale e pulito, con poltrone e cuccette confortevoli. Insomma niente e viaggio da Iosperiamochemelacavo. Anche il van e il trasferimento in barca scorrono via lisci e il primo pomeriggio del 22 dicembre approdiamo Koh Lipe. Il tutto per circa 50 € e prenotando il giorno prima dal nostro ostello a Bankgok – per info, Lamphu House a Khaosan Road, molto carino e pulito anche se a volte un po’ rumoroso.

KOH LIPE, GIOIELLO DELLE ANDAMANE

A Lipe abbiamo scelto un bungalow al Bamboo Garden Resort, piuttosto caro a dire il vero per quello che era (40$ a notte), ma pur avendo prenotato mesi prima pareva i prezzi fossero ovunque molto alti. In realtà scopriamo che trovare posto direttamente sull’isola nonostante il periodo sarebbe stato meno difficile del previsto, a meno di non volere uno dei resort più belli (e costosi) dell’isola, spesso al completo. Dovesse ricapitarmi proverei a contattare una delle tante travel agencies sull’isola chiedendo a loro delle proposte dato che tante stanze non sono sul web, oppure bagaglio permettendo cercherei in loco. Ad esempio abbiamo visto proprio a metà di Sunrise beach, la spiaggia nostro parere più bella, un gruppo di bungalow in bamboo tipo il nostro, molto basic ma proprio sulla spiaggia, con tanti posti liberi e a metà prezzo rispetto al nostro (Varin Village). O ancora, nell’angolo di Pattaya Beach opposto a dove si sbarca, ci siamo innamorati dei bei bungalow colorati del Daya Resort, allo stesso prezzo del nostro ma più curati, in una cornice da cartolina.

Tornando al mare, è semplicemente splendido. Cristallino, caldo, con sfumature dal celeste al verde smeraldo, orlato da spiagge bianche e con mio gran piacere non invaso dalla spazzatura, come invece era purtroppo Phi Phi alla mia ultima visita. Abbiamo anche incontrato un gruppo di persone che ripulivano isole spiagge e c’era una certa attenzione a non sprecare plastica. 

La bellissima Sunrise beach, ovvero la nostra preferita tra le tre spiagge dell’isola (Sunrise, Pattaya e Sunset beach) dà il suo meglio alle due estremità: camminando verso sinistra si arriva una lingua di sabbia bianchissima con di fronte una secca, che con la bassa marea crea una fantastica piscina naturale. Qui i colori sono paragonabili a quelli dei Caraibi e non c’è mai troppo affollamento nonostante l’alta stagione, oltre al fatto che da questo punto si può intravedere il sole tramontare, anche se per questo il vero spettacolo é dall’altro lato dell’isola che si raggiunge comunque passeggiando 10 minuti. E che tramonti! Il cielo si tinge di mille sfumature dall’arancio al viola, con le nuvole che diventano bordate di fucsia, ogni sera un nuovo disegno e diversi colori e ogni volta penso che il cinema universo è qualcosa di cui non potrò mai essere sazia.

Tornando a Sunrise Beach, camminando all’estremità opposta si arriva alla baia del 10 Moons Resort (uno di quelli proprio belli) che è un vero gioiellino da cartolina e da qui quando la marea sia sta abbassando si può fare una fantastica snorkelata sulla barriera corallina proprio di fronte alla riva. Da qui, tornando verso il centro della spiaggia, si trova un’altra delle chicche dell’isola, il beach bar Sea La Vie, che con il suo arredamento che sembra uscito da una fiaba e la sua atmosfera hippy diventerà il nostro posto preferito per un massaggio al tramonto o per lasciarci ipnotizzare dalle onde che la sera con l’alta marea si infrangono ai piedi del locale riflettendone le luci.

La sera Lipe e la sua Walking street offrono una passeggiata breve ma piacevole tra i tanti localini e le bancarelle che vendono delizie come pancake o gelati di cocco fatti a mano. Per la cena il pesce fresco fa da padrone, ma si trova un po’ di tutto, e la spesa non va mai oltre i 15 euro a testa, nonostante l’isola sia cara per gli standard Thailandesi. Noi abbiamo amato in particolare il Monkey restaurant su Pattaya Beach, il King Krab e il Fino nella walking street, dove mangiare spettacolari pescioloni alla griglia accompagnati da frullati di frutta fresca…non me ne stancherei mai! Amo la Thailandia anche perché è facile oltre alle loro specialità, che comunque adoro, trovare cibo fresco, pulito e sano. Mi fa sentire bene. Ultima chicca, sempre nella walking street il Maya Bar sarà il nostro secondo locale preferito, con lo stesso stile un po’ bohémien del Sea La Vie e credo anche lo stesso proprietario, un hippy thailandese che sembra uscito da Paura e Delirio a Las Vegas.

La notte dell’isola non è comunque particolarmente festaiola, ma va bene così anche perché il suo forte è naturalmente il mare ed è bello goderselo dal mattino. Da Lipe partono anche diverse escursioni per le isole vicine, parte del parco nazionale di Turatao, oltre che per le immersioni -promesso che se mai torneremo sarà la volta buona per il brevetto, diverse volte abbiamo incontrato sull’isola il gruppo di Pura Vida Diving che ci ha fatto venire voglia di iniziare subito, se non fosse per il costo non eccessivo ma pur sempre alto per il nostro budget da viaggiatori a tempo pieno. Ci siamo quindi accontentati di una gita di mezza giornata che ci ha portati tra le altre cose a Koh Rawi, con la sua splendida spiaggia bianca e deserta, e a Jabang, un punto in mare aperto in cui per un incrocio di forti correnti c’è un gran via-vai di pesci che nuota attorno a una colonna di corallo alta 16 mt. La corrente è davvero fortissima, ma ci si può godere lo spettacolo ben aggrappati alle corde guida, sentendo sul corpo la forza della corrente che ti trascina, ti stupisce e ti ricorda, se mai fosse necessario, quanto è potente e affascinante il mare, che sotto la sua superficie di argento liquido può nascondere infinite meraviglie come grandi insidie.

I 5 Giorni a Lipe volano e vola con loro il primo Natale in infradito della mia vita. Devo dire, sarò un po’ sentimentale, ma la sera della vigilia avrei voluto un veloce teletrasporto alla tavola dove la mia famiglia allargata era in procinto come ogni anno di sedersi a fare festa. Che lo so che alla fine è sempre la stessa cosa e lo spirito del Natale non si sente più come una volta, e che balle i regali, il casino, il freddo e che si mangia troppo e tutto il resto…ma sarà che si, sono sentimentale, e anche che la mia famiglia mi piace tanto, ma ecco, nonostante fossi esattamente dove volevo essere, quella sera per la prima volta ho sentito nostalgia di casa. Solo un pochino però. Perché il sole, il mare, e un buon gelato di cocco fresco come pranzo di Natale sono un trio antimalinconia imbattibile, anche a una cancrolina un po’ sentimentale 🙂

Lasciamo Lipe sapendo che già ci mancherà, avviandoci ad accogliere l’anno nuovo nella nostra prossima tappa, Krabi.

the emotion to live my first Christmas with 30 degrees!
XMAS IN SHORTS

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