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ATTRAVERSO LA MERAVIGLIOSA TERRA DEI MAHARAJA: JAIPUR, JODHPUR E JAISALMER 1
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ATTRAVERSO LA MERAVIGLIOSA TERRA DEI MAHARAJA: JAIPUR, JODHPUR E JAISALMER

LA SPLENDIDA CITTA’ ROSA: JAIPUR

Il nostro viaggio alla scoperta dell’India prosegue dopo New Delhi e Agra (leggi qui) e la sera del 5° giorno approdiamo Jaipur, la città rosa, nel cui antico centro murato le case sono ancora dipinte di un tipico rosa aranciato. Attraversando la città ci fermiamo per ammirare l’Hawa Mahal, lo spettacolare palazzo dei venti, illuminato contro un cielo blu cobalto. 

Il nostro hotel, Madhav Guesthouse, è in una zona tranquilla fuori dal centro e dopo una notte di riposo la nostra guida locale, Diru, sacerdote indù e uomo di grande cultura, ci accompagna alla scoperta della città. Partiamo dall’Amber Fort, splendidamente arroccato in cima a una collina poco fuori città. Lungo la strada d’accesso al forte un viavai di elefanti mi fa volare indietro nei secoli, che impatto doveva avere questa vista sui visitatori in arrivo al forte ai tempi dei maharaja! Oltre le mura ci aspettano portali e facciate finemente decorate, appartamenti incrostati di pietre e madreperla, finestre e balconi in pietra intagliata con tanta maestria da sembrare fatte di pizzo: ogni sguardo lascia bocca aperta noi scafati viaggiatori nell’epoca del web, mi piace immaginare la meraviglia che doveva suscitare a chi oltre 500 anni fa aveva la fortuna di poter ammirare il forte nel pieno del suo splendore . 

Nel pomeriggio visitiamo il palazzo cittadino di Jaipur con il suo piccolo museo che raccoglie alcuni dei più bei gli abiti dei maharaja– tanti deja vu, alcuni pezzi sembrano arrivare non dai secoli passati ma dall’archivio delle ultime sfilate- e l’osservatorio astronomico costruito nel 1700 dal maharaja di Jaipur, che vanta tra le altre cose il più grande orologio solare del mondo, in grado di segnare a distanza di 300 anni l’ora esatta con un’approssimazione di sole 2 secondi – per intenderci proprio come il mio nuovo Mac.

Terminiamo la giornata intrufolandoci nelle affollatissime vie del vecchio mercato e perdendo il senso del tempo mentre ammiriamo stoffe, ricami, argenti e pietre preziose. Sì, perché Jaipur e anche il più attivo centro indiano di lavorazione di gemme e preziosi, e la forte domanda locale contribuisce a tenere i prezzi ragionevolmente bassi. Finisco così per regolarmi il primo anello con smeraldo prima dell’ora di cena.

Passiamo la sera al Peackoc Rooftop, ristorante super carino vicino all’hotel, assieme ad un’amica che per combinazione viaggia per il Rajasthan nelle nostre stesse date. Cin cin e…come sembra piccolo mondo!

TRA I VICOLI DI JODHPUR, LA CITTA’ BLU

La mattina ripartiamo alla volta della città blu, Jodhpur. Il viaggio è lungo e un po’ la stanchezza, un po’ il mio stomaco che forse inizia a ribellarsi al cibo sempre troppo piccante, arriviamo in hotel KO. Qui abbiamo scelto l’LG Guesthouse, piccola chicca arroccata sulle pendici del forte dai cui terrazzi possiamo concederci un po’ di relax ammirando la città dall’alto. La mattina, dopo la visita di ordinanza all’ennesimo, bellissimo forte, ovvero il forte di Jodhpur, congediamo guida e driver con l’intenzione di perderci da soli per le vie della città blu. Perché è si bello farsi scarrozzare e spiegare tutto, ma dopo un po’ sembra di essere una specie di tour de force artistico-culturale, mentre il meglio di un viaggio é proprio perdersi nei vicoli, osservare le facce, le abitudini, gli sguardi, cercare di capire e portare con sé una briciola della vita del posto.

Jodhpur si rivela lo scenario perfetto in cui perdersi: la vecchia città blu è un dedalo di vicoletti, scalette, passaggi stretti e labirintici che si aprono su piccoli slarghi e angoli da cartolina, incorniciati da case blu contro un cielo ancora più blu. E nonostante il look vagamente da favela state tranquilli, nessuno vi darà il minimo fastidio, se non qualche bambino per chiedervi di potersi scattare una foto con voi.

Appena al di fuori di questa zona sorprendentemente tranquilla il caos è totale, sembra che tutti facciano a gara a chi suona il clacson più forte e più a lungo. Per fortuna la sera, mentre ceniamo in una bellissima haveli con vista mozzafiato, scende un po’ di silenzio interrotto solo dei fischi – bene sì anche questi- dei treni di passaggio, che andranno avanti all night long. 

LA DORATA CITTA’ AI CONFINI DEL DESERTO DI THAR: JAISALMER

La mattina di nuovo si riparte, destinazione Jaisalmer, la città dorata, ultima tappa del nostro tour e ultima città del Rajasthan prima del deserto e del confine a nord con il Pakistan. Più piccola, meno caotica è più raccolta rispetto alle altre città visitate, Jaisalmer è una vera rosa del deserto: passeggiando per i vicoli della città murata e del mercato sottostante sembra di ritrovarsi in un’epoca lontana in cui bambini ancora lustrano le scarpe ai lati delle strade, le donne ricamano a mano intricati disegni sulla seta, gli artigiani modellano mano l’argento o intagliano il legno e i panni seccano fuori dalle case al calore di un sole sempre alto nel cielo.

Il forte, ancora densamente abitato, è un susseguirsi di meraviglie architettoniche decadenti affiancate a case dipinte con immagini di Ganesh a colori sgargianti, mentre nella zona del mercato i possono ammirare splendide Haveli appartenute a governatori o ricchi commercianti, che godevano del punto privilegiato della città lungo la via della seta. Ancora oggi questo è il luogo che in ottica shopping più mi ha fatto prudere le mani e tremare la carta di credito… Ma il viaggio è ancora all’inizio e cerco più possibile di interiorizzare il mio nuovo mantra minimalista. Lascio comunque la città con un paio di anellini è un’adorabile mini Ganesh che spero mi porti fortuna nei mesi a venire. 

Qui il nostro hotel era l’Artist Haveli, molto bello ed economico ma purtroppo non è il più accuratamente pulito che abbiamo incontrato.  

Terminiamo il nostro viaggio indiano con una notte nel deserto di Thar, passeggiando sulle dune al tramonto a dorso di cammello e godendoci la sera i canti e balli messi in scena da una famiglia locale. Si può decidere di dormire open air nel deserto, ma la temperatura sotto i 10° ci fa optare per una stanza al campo base nel villaggio di Khuri.

Al risveglio affrontiamo la lunga strada verso Jaipur, evitando nel tragitto mucche vaganti, auto controsenso, trasporti super eccezionali, voragini nella strada e sorpassi da ti-brucio-la-patente. Tanta stima per il nostro Naresh, il driver che malgrado tutto ci ha fatti sempre sentire al sicuro e ci ha accompagnato in modo attento ma discreto.

Termina qui la nostra tappa indiana, 10 giorni intensi e magnifici per iniziare a 1000 la nostra grande avventura, che nei prossimi mesi ci porterà a scoprire tanti nuovi luoghi, culture, paesaggi e sapori, in un crescendo di meraviglia di cui l’India è stata degna apripista.

INDIA FAI DA TE: QUALCHE CONSIGLIO

Terminiamo il nostro racconto con alcuni consigli per chi volesse seguire le nostre orme indiane: 

  • Il driver è fondamentale. Scegliere con cura anche se è il costo più importante del viaggio. La guida ovunque si può evitare, utile averla nei primi giorni a Delhi per capire un po’ la cultura e in alcuni siti importanti come i forti di Agra, Jaipur e Jodhpur o Fatehpur Sikri. Le guide si possono trovare anche fuori dai siti. A Jaisalmer abbiamo avuto una guida molto brava interessante, Krishna, ma la città si visita tranquillamente anche in autonomia. 
  • Non farsi condizionare troppo da guida e driver, loro propongono il programma, ma se volete fare qualcosa di diverso dite cortesemente ma fermamente di no. Ad esempio, ognuno vorrà portarvi in negozi da loro suggeriti. Spiegate che non volete perdere troppo tempo, dedicate a questi 10 minuti a città (dato che per le guide è molto importante) ma non di più, siate chiari.
  • Prevedete se possibile ogni tre o quattro giorni un giorno più rilassato in cui svegliarvi con calma e magari passeggiare solo per la città. Il viaggio è forte e stancante, eviterete di arrivare a pezzi.
  • Tema mance. Ognuno si aspetta un piccolo extra, è consuetudine. Il 10% per un ristorante, 500 rupie al giorno per guida e 300/500 rupie al giorno per il driver sono cifre adeguate.
  • Cibo. E tutto, tutto piccante. Se come noi non lo amate chiedete NO piccante, lo sarà comunque, affidatevi a locali con commenti cinque stelle italiani su trip o ai consigli delle guide. Non bevete nulla in strada se non succhi di frutta fatti senza acqua, ghiaccio e in bicchiere di plastica. Io sono stata attenta ma forse per un bicchiere di vetro non ben lavato ho passato un paio di notti di passione. Non dimenticate Imodium e fermenti lattici.
  • Ultimo ma non ultimo: lasciatevi stupire. Ricordate che questa è una cultura diametralmente opposta alla nostra e anche quello che a noi pare più strano qui è la norma. Cercate di lasciare da parte i preconcetti e fatevi trasportare dal flusso incessante di vita che è questo straordinario paese ancora incredibilmente fuori dal tempo e dal fenomeno della globalizzazione.

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