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BURJ KHALIFA
ASIA MEDIO ORIENTALE,  EMIRATI ARABI

GIPSY DUBAI: LUNA PARK NEL DESERTO

Finalmente partiti!

Eccomi quindi a raccontarvi la prima tappa del The Gipsy Salmon Tour.

Partenza prevista lunedì 26 novembre a mezzogiorno da Bergamo destinazione Dubai. Il momento di passare i controlli è un condensato di emozioni con il cuore a mille, solo pochi passi compiuti spesso nella vita, ma questa volta con un carico di pensieri, aspettative, gioie e malinconie tutto diverso. Togliere il pilota automatico. Facile da dire, qualcosa di molto grande quando ci si è dentro. Ad ogni modo, con le gambe che tremano, io e Johnny arriviamo mano per la mano in vista del gate e la tensione inizia a sciogliersi. Fuori sole e cielo azzurro, quale auspicio migliore per una metereopatica come la sottoscritta?

Il viaggio scorre lento ma tranquillo e atterriamo a Dubai attorno alle tre del mattino. Arrivati in hotel incappiamo nella prima noia del viaggiatore: l’overbooking. O meglio, pare che la nostra camera fosse in ‘manutenzione straordinaria’ quindi ci sbolognano all’hotel di fronte. Ma no, non ho intenzione di abbozzare alle prima tappa del nostro viaggio intorno al mondo!! Scarico tutta la frustrazione del pre partenza sul povero receptionist che dopo avermi fatto scuse e sconti la mattina seguente ci sistema nella camera da noi scelta. 

ALLA SCOPERTA DI DUBAI VECCHIA

Possiamo quindi lanciarci alla scoperta della città. Decidiamo di partire con una passeggiata nel quartiere vecchio vicino all’albergo, Bur Dubai, con i suoi souk e le strade brulicanti di vita e negozetti. Il lusso dei mall è lontano anni luce, ma a noi piace di certo più così. Questa zona mantiene una forte identità e uno spirito che mi ricorda un po’ altre città arabe come Istanbul o Marrakech.

Mi colpisce subito la gentilezza delle persone che incontriamo, la pulizia della città e la facilità nell’orientarsi. Proseguendo a est sul Creek, il canale che divide Bur Dubai da Deira, arriviamo alla zona che preferirò in tutta la città, Al Fahidi, il quartiere storico più antico di Dubai, in lizza per diventare patrimonio Unesco, che ora ospita alcune attività artistiche, commerciali e culturali. Passeggiando nei suoi vicoli tranquilli, lontani dalla Dubai da cartolina in vetro e acciaio, sembra di perdersi in un’altra epoca in cui il cielo azzurro fa da sfondo a casette in pietra chiara. Delizioso.

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THE CITY OF BLINDING LIGHTS: DUBAI MARINA E PALM JUMIERAH

Da qui prendiamo la metro diretti a sud per visitare Dubai Marina e The Palm Jumeirah.  Iniziamo a renderci conto di quanto le distanze siano proporzionate all’imponenza degli edifici. Basti dire che la città è attraversata da autostrade 12 corsie e per arrivare dal vecchio centro alla marina ci vuole più di un’ora di viaggio sull’efficiente e futuristica metropolitana. Per arrivare alla punta della palma bisogna prendere metro, poi tram, infine un trenino monorotaia (a un costo separato rispetto il giornaliero dei mezzi). Vale la pena? Bella la vista del mega hotel e centro commerciale Atlantis sulla punta della palma ma tutto sommato, non essendo interessati all’acquario interno al mall o al parco Acquadventure, né potendo a fare il bagno nell’acqua cristallina della palma, avremmo anche potuto evitarci la lunga strada.

Torniamo a Dubai Marina dopo il tramonto, alle sei circa, quando i palazzi iniziano risplendere delle 1000 luci della sera e lo spettacolo è davvero impressionante. Attraversando i ponti sul lago artificiale circondato da grattacieli e con il richiamo della moschea che risuona nell’aria, mi stupisco di cosa questo popolo ambizioso e visionario sia riuscito in pochi anni a creare dalle sabbie del deserto. 

La passeggiata lungomare è un susseguirsi di ristorantini e beach club, tra macchine da capogiro, fast food e turiste minigonna. Sarebbe valsa la pena fermarsi per testare l’atmosfera post cena ma decidiamo di tornare in hotel per recuperare le forze in vista del giorno 2 e della visita a luogo che più mi attrae di tutti gli emirati: la grande moschea di Abu Dhabi. 

ABU DHABI E LA GRANDE MOSCHEA

Decidiamo di evitare gite organizzate e la mattina prendiamo dalla stazione di Al Ghubaiba il bus di linea, che con partenze ogni mezz’ora e 15 euro AR, in due ore ci porta a destinazione.

Arriviamo ad Abu Dhabi attorno a mezzogiorno optiamo per una passeggiata sul lungomare e una visita alla torre panoramica del Marina Mall che scopriamo però essere chiusa, purtroppo. Pranzo veloce in uno dei chioschi sul mare e alle quattro siamo pronti entrare nella grande opera dello sceicco Zayed. Arrivando in taxi la vista lascia letteralmente a bocca aperta, la moschea è impressionante già ad un primo sguardo, con una superficie paragonabile a quella di cinque campi da calcio, il tappeto fatto a mano più grande del mondo, 82 cupole e 1096 colonne in marmo bianco e mosaico. 

La visita è gratuita e alle donne viene fornito un abito lungo che copra il capo, non è quindi necessario preoccuparsi troppo per l’abbigliamento. L’orario migliore per apprezzare la moschea in tutte le sue -bellissime- sfumature è a cavallo del tramonto, quando il sole si abbassa dietro le cupole regalando al marmo prima bianco riflessi che vanno dal violetto al blu intenso. Uno spettacolo.

Al rientro piuttosto stanchi (anche a Abu Dhabi una passeggiata sul lungomare significa km a camminare soli sotto il solleone) mangiamo qualcosa e ci prepariamo alla sveglia presto per salire sul Burj Khalifa la mattina dopo.   

GLI EDIFICI PIU’ FAMOSI DI DUBAI: IL BURJ KHALIFA E IL BURJ AL ARAB

Il Burj Khalifa, l’edificio più alto mai costruito, svetta con in suoi 828 mt al di sopra del più grande centro commerciale esistente, il Dubai Mall. Abbiamo capito che qui negli Emirati o le cose si fanno con l’ottica di superare ogni primato o non se ne fa nulla.

Saliamo al 125 piano e nonostante il cielo assolato ma un po’ fosco la vista è impressionante, i grattacieli al di sotto sembrano casette dei puffi ed è pazzesco pensare che solo 20 anni fa qui attorno era poco più che deserto. Dopo aver rimirato tutti gli angoli del panorama scendiamo e letteralmente ci perdiamo nel mall collegato al Burj Khalifa. Ogni cosa al suo interno è propositata, basti dire che a un certo punto cercando l’uscita (si, effetto Lost), dopo aver visitato l’ acquario interno con maxi vasca dotata di tunnel per passeggiare sotto squali e mante, ci siamo imbattuti nell’ordine in: due cascate -non fontane, cascate- una pista di pattinaggio su ghiaccio con tanto di ffinta nevicata ed uno scheletro di dinosauro. 

Dimenticavo, all’interno del mall si possono trovare anche dei taxi, giusto nel caso i km per arrivare alla tua boutique preferita fossero troppi. Considerate le distanze, idea tutt’altro che stupida. Tra una cose l’altra tiriamo le sei e ci fermiamo a vedere lo spettacolo di fontane danzanti nel lago artificiale di fronte al Burj Khalifa prima di tornare in zona vecchia per cenare in un ristorante adocchiato il primo giorno nella zona di Al Fahidi, l’Arabian Tea House, dove assaggiare cucina araba di qualità in un bellissimo cortile pergolato (buoni anche i prezzi, attenzione chiude alle 22.00).

Per l’ultimo giorno a Dubai decidiamo di concederci un po’ di relax e quindi la nostra destinazione è la spiaggia di Jumeirah con vista sul famoso Burj Al Arab. È venerdì, la domenica mussulmana, quindi la spiaggia è abbastanza affollata e un po’ di vento non rende proprio invitante fare il bagno, ma il sole è caldo e la vista del tramonto dietro  la ‘Vela’ vale il viaggio.

COSA ABBIAMO IMPARATO DALLA PRIMA TAPPA DEL THE GIPSY SALMON TOUR?

Termina così la nostra tappa negli Emirati e siamo pronti a partire per l’India.Cosa abbiamo imparato da questo primo stop?

-Che negli Emirati certamente le dimensioni contano. 

Meglio noleggiare una macchina per non finire esausti per gli spostamenti (o, ca va sans dire, muoversi solo in taxi).

-Che 4 giorni si passano piacevolmente anche senza strafare con i lussi che la città offre forse più di qualsiasi altra, ed in questo modo il costo per il viaggio diventa più che accettabile  per -quasi- tutte le tasche.

-Che a fianco del coté futuristico e si diciamolo un po’ megalomane esiste una città più tradizionale e autentica, operosa e brulicante di vita.

-Che gli abitanti degli Emirati sono per lo più molto gentili, in particolare con il gentil sesso -file prioritarie, posti dedicati, cedono il posto in fila, aprono le porte….

-Che sotto il tradizionale abito nero delle donne, a volte tempestato di brillocchi, possono comodamente stare leggings e sneakers o tacchi 12, ad ogni modo tassativamente corredati da borsette Chanel o Louis Vuitton.

-Che in fondo a chi non piace passare qualche giorno in un grande e luccicante luna park tra le sabbie del deserto?

Per concludere, avendo modo di allungare uno scalo oppure bisogno di scaldarsi durante il nostro freddo inverno, una visita agli Emirati può essere assolutamente una buona scelta.

Ciao Dubai, non so se ci rivederemo, ma é stato bello conoscerti!

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