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GIPSY PALAWAN E CORON: 4 GIORNI PER INNAMORARSI

Nei giorni passati al Nido, ci siamo chiesti più volte se dedicare qualche giorno alla vicina Coron, o meglio al gruppetto di isole a nord di Palawan, l’arcipelago di Calamian, conosciuto con il nome della loro isola più famosa. Coron promette dei paesaggi ancor più spettacolari del Nido, ma qui ancora di più pare non esserci altra possibilità che dei giri in barca per goderne le bellezze, ed essendo rimasti un pò scottati dalla nostra prima esperienza di tour filippino, siamo un pò in dubbio.

Ma che dire, siamo qui e chissà se e quando ai ci torneremo, tanto vale andare a vedere con i nostri occhi, no?

CORON: COME ARRIVARE, DOVE STARE

Dopo 5 notti al Nido (leggi qui) prenotiamo quindi un traghetto per la mattina successiva con destinazione Coron City, sull’isola di Busuanga, la maggiore dell’arcipelago. Per prenotare i traghetti basta andare uno o meglio due giorni prima in una delle agenzie o all’ufficio della compagnia per assicurarsi un posto su una delle due barche in partenza la mattina presto, alle 6 o 8, al costo circa 30 euro -nota: anche qui si vede l’influsso del turismo, più avanti pagheremo la metà per tragitti lunghi il doppio!

Anche a Coron arriviamo senza prenotazione, ma qui la ricerca si rivela un pò più complicata. Il solito volenteroso tricycle driver ci porta a delle camere che sarebbero anche perfette se non fosse che sono praticamente all’interno di un bar, cosa che fa presagire pochissime ore di sonno.

Chiediamo in altri 3 o 4 posti tutti decisamente troppo cari fino a che non ci arrendiamo a spendere un pò di più del previsto -ovvero circa 25 euro a notte- e prendiamo una camera all’Argamosa, hotel molto carino a due passi dal porto turistico. Già capiamo che Coron sarà ancora più costosa del Nido, basti dire che, alla ricerca di un pranzo veloce, entriamo in un locale che vende hamburger a circa 10 euro l’uno…tipo che nemmeno sui Navigli….

Siamo un pò scoraggiati e anche un pò incazzati per questo, è evidente che al di la dei circuiti turistici l’economia locale giri su un piano completamente differente: sappiamo che lo stipendio base qui si aggira sui 170 euro per un cameriere o un barcaiolo…quindi è evidente quanto i i prezzi per i servizi turistici siano pompati al massimo.

Basti tonare ancora una volta ai tour: prima di salire in barca al Nido, ci hanno praticamente costretti (dicendoci che altrimenti non avremmo potuto entrare in acqua) a noleggiare le scarpette di gomma in spiaggia, alla modica cifra di 100 pesos a testa (poco meno di 2 euro). Per 25 persone. Vuol dire che il noleggiatore di scarpette in 10 minuti netti si è portato a casa quasi un terzo dello stipendio mensile del capitano che guiderà la barca. Senza parlare del fatto che chi organizza l’escursione, una volta dedotte tasse di ingresso, eco tasse etc porterà a casa circa 500 euro per ogni singola giornata!

Con queste considerazioni arriva la prima traccia di amaro in bocca in questo paese che ci affascina tanto e che stiamo ad ogni modo già iniziando ad amare…

Ma siamo qui, e se vogliamo goderci il posto dobbiamo farcene una ragione e pensare a come organizzare i prossimi giorni, se possibile evitando tour di gruppo. Andiamo a informarci presso Red Carabao, un’agenzia di cui ho letto molto bene, ma non hanno disponibilità per il giorno seguente. Ci indirizzando però all’agenzia di fronte che ci organizza un tour privato su misura, dandoci la possibilità di scegliere quanti e quali luoghi visitare in una giornata.

COSA FARE A CORON: SNORKELING E PAESAGGI FATATI

Proponiamo l’idea ai nostri compagni di viaggio, Armanda e Andrea, che non se lo fanno ripete due volte. Decidiamo quindi di visitare 4 punti: Siete Picados, Kayangan Lake, la Twin Lagoon e Skeleton Wrek, dlasciando aperta la possibilità di aggiungere una quinta tappa, CYC beach. Bisogna sapere che per questo tipo di tour, al costo della barca, fisso per 2 o 4 persone, è da aggiungere un “ticket” di ingresso per ognuno dei luoghi da visitare, a dire il vero (ma va?) piuttosto caro, dato che si parla di tra i 3 e i 6 dollari a testa per ogni destinazione. A questo c’è da aggiungere un budget da dare alla crew per il pranzo che ci verrà cucinato in barca. Ad ogni modo ce la caviamo con circa 30 euro a testa, quindi poco più di quello che avremo pagato in gruppo, siamo quindi più che felici e pronti a imbarcarci in questa nuova piccola avventura.

Partiamo la mattina successiva con tanto entusiasmo e….finalmente le nostre attese sono ripagate, anzi superate!!!

Il primo stop a Siete Picados è dedicato allo snorkeling. Ci infiliamo la maschera e appena tuffati in mare si apre sotto i nostri occhi un mondo parallelo: coralli duri e morbidi, anemoni, pesci di ogni colore…era dall’ultima volta che avevamo messo la testa sott’acqua sul MarRosso che non vedevamo un paesaggio sottomarino tanto colorato, ricco e vivo!

E il bello che nessuno dopo mezz’ora ci richiama “alla base” e siamo liberi di sguazzare in questo giardino sottomarino fino a riempircene gli occhi. Torniamo in barca solo perché le altre tappe ci aspettano, prima Kayangan Lake, una laguna d’acqua dolce dal perfetto color verde smeraldo, seguita dalla Twin Lagoon, due lagune marittime collegate da un passaggio sotto una roccia e circondate da spettacolari faraglioni verticali.

Il mare è turchese e trasparente e anche se si, di gente ce n’è, essendo arrivati verso l’ora di pranzo ci basta aspettare mezz’ora perché i tour di gruppo spariscano e la laguna resti quasi solo per noi 4! Rientriamo alla barca molto dopo l’orario concordato ma l’unica cosa è che troviamo il nostro pesce grigliato un pò meno caldo del previsto. Ora capiamo cosa ha incantato tanti viaggiatori prima di noi e perché Conde Nast ha nominato più volte l’sola di Palawan la più bella destinazione al mondo! Un piccolo rimpianto per non essere venuti qui 5 anni fa, la prima volta in cui abbiamo seriamente considerato di viaggiare verso le Filippine, magari saremmo stati in tempo per goderci questi paesaggi appena prima della loro trasformazione in meta da turismo di massa.

Dopo pranzo proseguiamo il giro verso Skeleton Wrek, dove vicino a una bella spiaggetta è affondato uno dei tanti relitti giapponesi della seconda guerra mondiale. Eccoci in un altro piccolo paradiso. Qui siamo solo noi a tuffarci a ripetizione dalla punta della nostra bangka, la tipica barca filippina, e a nuotare nel blu che circonda la punta del relitto insieme a tanti, tantissimi pesci. Joh sprizza gioia da tutti i pori e non vorrebbe più andare via, ma si sta facendo tardi e decidiamo di passare l’ultima mezz’ora (ok che poi diventerà un’ora) vicino alla spiaggia di CYC a finire le nostre birre ballando sulla barca e tirando in mezzo alla nostra piccola festa privata tutte le persone e le barchette che ci passavano di fianco. 

Questo è il secondo momento in questa prima settimana filippina che sappiamo rimarrà a lungo nei nostri cuori, uno di quei momenti che renderanno questo viaggio tanto speciale.

Rientriamo in porto alla fine del tramonto scambiandoci il numero con la nostra fantastica guida, Al, sperando di poter fare un secondo tour con lui (per chi fosse interessato, chiedetemi i contatti, garantisco per lui!). 

SPIAGGIE A CORONO, O MEGLIO, SULL’ISOLA DI BUSUANGA: MARCILLA BEACH

Il giorno dopo decidiamo di prendercela comoda ed esplorare un pò l’isola in motorino. Ci avevano detto che sull’isola di Busuanga non ci sono spiagge che meritano…non è proprio così, ci sono eccome! Ecco…il viaggio per raggiungerle non è proprio dei più agevoli…ma non ci facciamo scoraggiare e ci lanciamo nel percorrere i 23 km che ci separano da Marcilla Beach. Peccato che questi miseri 23 km si rivelino un vero e proprio rally tra sterrati, salite, discese, curve….I nostri compagni di viaggio collezionano alcuni begli scivoloni e una caduta per fortuna non disastrosa, ma ci mettiamo quasi un’ora e mezza ad arrivare a destinazione.

La meta però vale assolutamente il viaggio! Si apre davanti a noi una spiaggia kilometrica, bianca e piena di palme, dove siamo gli unici turisti in vista. La bassa marea piano piano trasforma la spiaggia un un improvvisato campo da calcio per Johnny e Andrea, che viaggia anche qui con il suo inseparabile pallone, quindi…via di sfida!!

Restiamo fino quasi al tramonto e decidiamo di rimetterci in viaggio per non fare la strada di notte…peccato che…le chiavi del motorino di Andrea paiano aver preso vita propria ed aver deciso di restare in questo paradiso perduto…

Dopo un’ora di ricerche infruttuose il gentile padrone dell’unico “negozietto” (una capanna che vende acqua, bibite e biscotti) chiama un suo amico che in qualche modo collega i cavi dello scooter e ci fa partire senza chiavi. Dopo un interminabile viaggio di rientro al buio i nostri amici devono sborsare un pò di soldi per ripagare chiavi e specchietto rotto nella caduta, quindi abbandonano l’idea di un secondo tour privato con Al per il giorno dopo.

In due purtroppo dobbiamo rinunciare causa budget, anche perché questa volta vorremmo raggiungere le isole più lontane che prevedono un costo più alto per la barca, quindi a malincuore e incrociando tutte le dita ripieghiamo sul tour di gruppo.

COSA FARE A CORON PARTE SECONDA: SPIAGGE DA SOGNO

Le destinazioni sono solo 3, le spiagge di Coco Island, Bulog Dos e Malcapuya, quindi speriamo di non dover correre troppo…le ultime parole famose!! A metà strada il motore della nostra barca inizia ed eruttare fumo ed è così che ci troviamo fermi mezzo al mare in attesa di una “barca di ricambio” che arriverà solo un’ora e mezza dopo…ora e mezza in cui ci propinano il pranzo. Ma mangiare pesce e gamberi alle 11 meno un quarto del mattino per noi é davvero troppo, quindi ingoiamo la discreta incazzatura e ci rassegniamo a passare la giornata digiuni.

Ovviamente ora che arriviamo alla prima spiaggia, Coco Beach, è già l’una, quindi il tempo godercela è davvero scarno, così come per la spettacolare lingua di spiaggia bianca di Bulog Dos. Una discussione con la guida che voleva farci ripartire alle 4 in punto ci regala almeno una mezz’oretta in più sull’ultima spiaggia che, problemi di tour a parte, è un vero e proprio sogno, tra le più belle mai viste: Malcapuya. Le foto parlano da sole, posso solo suggerirvi doveste capitare da queste parti di non perdervela per nulla al mondo e, potendo, di venirci con Al!

Torniamo alla base un pò tristi di non esserci goduti questi luoghi splendidi come avremmo potuto fare, ma comunque entusiasti di questi giorni passati a Coron, che è stata per noi anche più speciale della tanto desiderata El Nido.

Possiamo dire che la scintilla tra noi e questo paese, che è già entrato nel podio dei nostri luoghi del cuore, è scattata proprio tra le acque smeraldo e turchese di questo piccolo arcipelago incantato. Lo salutiamo ammirando l’ennesimo tramonto infuocato e siamo pronti per imbarcarci la mattina seguente sulla (anzi sulle) barche che ci porteranno dopo un discreto viaggio della speranza alla prossima destinazione: l’esotica, bianchissima spiaggia di Boracay!

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