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ISLA MUCURA, SAN BERNARDO
AMERICA LATINA,  COLOMBIA,  TRAVEL

L’ARCIPELAGO DI SAN BERNARDO: PERCHE’ PER NOI E’ UN NO

Le prime settimane in Colombia sono volate veloci: Bogotá, Villa de Leyva, Barichara, San Gil e poi ancora Cartagena , Santa Marta, Tayrona, Minca e San Andrés. Città è pueblitos ricchi di fascino, musica, gastronomia, natura, mare da sogno, non ci siamo fatti mancare nulla! É il momento di salutare per l’ultima volta -almeno per questo viaggio- la regione dei Caraibi, ma prima vogliamo toglierci uno sfizio, una tappa alle Isole San Bernardo.

Prima di decidere di volare a San Andres avevamo valutato se sostituirla con l’arcipelago di San Bernardo, una manciata di isolette poco al largo della costa colombiana a nord di Cartagena. Ancora relativamente poco turistiche, sono descritte come un paradiso tranquillo e noi non vogliamo perderci la possibilità di andare a verificare di persona.

Torniamo quindi in volo da San Andres a Cartagena, da cui i miei genitori ripartono alla volta di Milano, e da qui cerchiamo il modo di arrivare alle isole San Bernardo, o meglio, a Isla Mucura, che abbiamo scelto per il nostro arrivederci al Caribe.

COME ARRIVARE ALL’ARCIPELAGO DI SAN BERNARDO

Le opzioni sono 2: bus fino a Tolú e poi lancia oppure una traversata via acqua direttamente da Cartagena, un poco più cara ma decisamente più veloce. Le lance partono ogni mattina ad orario variabile tra le 7 e le 10, quindi meglio informarsi bene direttamente al porto di Cartagena (poco lontano dalla torre del Reloj) e portate pazienza in caso di ritardo. Nel nostro caso la partenza prevista alle 8 slitta alle quasi 11, ma poi in poco più di due ore arriviamo comodamente su un lussuoso motoscafo alla prima isola, Isla Palma, da cui una molto meno lussuosa barchetta ci sballotta tra le onde fino a destinazione, dove arriviamo totalmente fradici. 

ISLA MUCURA

Qui a Isla Mucura i pochi ostello &co presenti su booking sono tutt’altro che a buon mercato, ma il nostro boat-driver ci consiglia una posada muuy basica ma economica nel il piccolo centro abitato.
Ebbene, in questo caso la scelta non é stata delle più felici. Non tanto per la posada in sé, quanto perché questa zona dell’isola più che un paradiso perduto ci dà l’idea di una una favela isolana. Le case son poco più che baracche e vari mucchi di spazzatura fanno capolino a pochi metri dalla riva. Se nella turistica San Andres la cura la natura lascia a desiderare, qui pare essere l’ultimo dei problemi della comunità che abita l’isola. E in più, forse anche per il vento che rende il mare piuttosto mosso, l’acqua non assomiglia nemmeno lontanamente alla meraviglia d’azzurro che abbiamo appena lasciato a San Andres.

Nella zona “abitata” non esiste nemmeno una vera e propria spiaggia, quindi il nostro ‘padrone di casa’ ci accompagna sull’altro lato dell’isola, quello degli hotel: si perché a parte una piccola e affollata spiaggia pubblica, le spiagge di Mucura sono tutte nelle zone private delle poche e costose soluzioni ‘internazionali’ e senza essere accompagnati non si può entrare. 
Male, molto male.

Insomma, il primo impatto è una vera delusione, e purtroppo nemmeno la zona privata, così come il fazzoletto di sabbia pubblica, riescono a ridarci entusiasmo. Sarà anche il cielo plumbeo che non aiuta ma quando la mattina dopo ci svegliamo, decidiamo che il nostro esperimento alle isole San Bernardo può finire qui. 

Forse se avessimo scelto una delle soluzioni più care e ‘internazionali’ l’impatto sarebbe stato un poco migliore, ma dopo tutte le bellezze “for free” viste in questi mesi ci sentiamo di dire che no, il nostro ideale di paradiso caraibico non può essere rinchiuso in un ostello per quanto carino. E’ la prima volta che rimaniamo così delusi da quella che, in fondo, è pur sempre un’isola caraibica. Forse le nostre aspettative erano troppo alte, forse davvero siamo stati sfortunati con il tempo e le correnti (abbiamo visto on line foto ben diverse da quanto hanno visto i nostri occhi), forse ancora siamo abituati troppo bene…ma per noi è un no.
Tanto che, udite udite, non abbiamo fatto nemmeno una foto e quella che qui trovate è, ebbene si, presa in prestito 🙂
Ma hey, c’è sempre una prima volta!

Unica nota curiosa: proprio di fronte a Mucura c’è Santa Cruz del Islote, considerata, dal punto di vista statistico, come l’isola più densamente popolata al mondo. Caratteristico, ma non sufficiente per trattenerci qui.
Via di lancia e torniamo di gran carriera sulla terraferma. Nel tragitto passiamo anche vicino alla più grande Tintipan e attracchiamo di nuovo ad Isla Palma e anche qui niente ci fa pentire della decisione di andarcene dopo solo una notte. 

Circa un’ora dopo essere partiti approdiamo a Tolù, in largo anticipo sulla partenza del bus notturno che ci farà riattraversare il paese verso la nostra prossima destinazione.
Ci aspetta la città dell’eterna primavera, la città dei contrasti, l’affascinante e controversa Medellin.

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