fbpx
DESIERTO DE TATACOAS, ZONA ROJA
AMERICA LATINA,  COLOMBIA

VALE IL VIAGGIO: IL DESERTO DI TATACOA

Arrivati da poco più di 24 ore in Colombia, salutiamo momentaneamente Bogotà per andare ad esplorare uno dei 4 deserti colombiani, nonché uno dei paesaggi più suggestivi di questo paese: Il deserto di Tatacoa – che, per precisione, non è proprio un deserto ma una (bellissima) foresta semi-arida, le cui zone più conosciute sto la zona Rossa, o Cusco, e le zona Grigia, o Los Hoyos.

Come arrivare a Tatacoa da Bogotà e dove dormire

Come arrivarci? Prima di tutto arrivare fino al Terminal Salitre di Bogotà (taxi o Uber) e prendere un bus fino alla città di Nevia, circa 5 ore più a sud. Da qui c’è poi un minibus che in un’altra ora porta a Villavieja, il pese più vicino al Deserto di Tatacoa, o direttamente ad una delle guesthouse gestite da locals alle porte del deserto. Attenzione però, l’ultimo parte alle 7!

Noi pensavamo di fare questa tratta in giornata ma il primo bus ci metterà ben 8 ore ed infinite fermate per arrivare a destinazione (e qui mi raccomando, a chi volesse seguire questa rotta, assicuratevi che il bus Bogotà-Neiva sia diretto!) e quindi arriviamo a Neiva troppo tardi e ci dovremo fermare qui per la notte.

La mattina seguente ripartiamo senza avere alcuna prenotazione ma il nostro minibus-driver ci consiglia la posada di Dona Lilia, giusto a due passi dall’osservatorio astronomico e dall’ingresso della parte più spettacolare del deserto, Il labirinto di Cusco, o zona rossa.

Da Dona Lilia dormiamo con circa 15 euro in una semplice stanza con bagno, qui le sistemazioni sono tutte molto spartane, ma è decentemente pulito, i proprietari sono molto gentili e preparano anche dei semplici pasti per i loro ospiti…anche perché qui non c’è molta scelta, non ci sono altri ristoranti in vista 🙂

La zona Grigia o Los Hoyos

Il pomeriggio, dopo una breve vista dall’alto della zona rossa, che ci riserviamo di esplorare per bene la mattina seguente, sperando di avere una temperatura un pò più clemente (come ogni buon deserto, qui di giorno si schiatta di caldo), decidiamo di esplorare la zona grigia, dove sappiamo esserci anche una piscina incastonata tra le rocce.

Per arrivarci si può camminare un’ora sotto il sole cocente (no, grazie), chiamare uno dei tuk tuk che percorrono il deserto e farsi accompagnare, oppure, come nel nostro caso, avere il padrone di casa che ti affitta la sua moto. Top.

Attraversiamo il deserto tra saliscendi e paesaggi lunari fino ad arrivare alla zona grigia, o Los Hoyos, dove parcheggiamo e iniziamo a scendere in una gola ai cui fianchi sorgono le formazioni rocciose che rendono tanto speciale il deserto di Tatacoa. Sembrano quasi delle stalagmiti, delle colate di roccia, su cui nasce qua e là un isolato cactus.

Un paesaggio incredibile, caldo all’inverosimile, ma incantatore.

La zona più famosa di questa parte è chiamata “la valle dei fantasmi” proprio perché dalla montagna sembra sbucare una folla di piccoli Casper. Bellissimo.

Finito il giro saltiamo le piscine (che sono due vasche artificiali e medio zozze) e torniamo alla vita grazie a un fantastico “granizado de maracuja”, una specie di granitone fatto con frutta tropicale fresca.
Al costo di circa 1 euro.
Ecco un’altro motivo per amare la Colombia.

La notte a Tatacoa: sentirsi vicini alle stelle come non mai

Terminiamo la giornata con il tramonto dal mirador sopra la zona rossa per poi tornare alla base e godere del fresco che la notte porta con sé. Appena cala il sole alle spettacolari formazioni rocciose si sostituisce l’altra grande attrattiva del Deserto di Tatacoa: il cielo. Questo è un punto perfetto per ammirare stelle e pianeti grazie alla posizione ed all’oscurità, e l’osservazione astronomica è una delle attività più amate.

Alle 7 quindi con pochi minuti a piedi raggiungiamo l’osservatorio dove un ragazzo ci mostra tramite un telescopio la luna e alcuni pianeti, ci indica le costellazioni visibili e ci raconta di alcuni dei misteri del cielo. Purtroppo la notte non è limpida quindi non possiamo poi osservare molto, ma la serata è stata comunque molto interessante.

La zona Rossa, o il Labirinto di Cusco

La mattina seguente ci addentriamo nel labirinto di Cusco, nella cosiddetta zona rossa, che è quello che ci aveva fatto mettere questo luogo sperduto tra gli imperdibili del nostro viaggio colombiano. E la realtà non ha deluso le aspettative. Per me uno dei posti più strani ed affascinanti mai visti, guardare per credere.

Dopo due ore di esplorazione tra canyon di terra rossa disseminati di maestosi cactus, una sudata da manuale e un qualche centinaio di foto torniamo all’ostello giusto in tempo per una doccia prima di ripartire alla volta di Bogotà.

Un pò ci spiace lasciare questo angolo sperduto di Colombia e la sua pace, ma effettivamente un giorno e mezzo sono sufficienti, quindi decidiamo di dedicare alla capitale un’altra giornata prima di iniziare a muoverci verso nord (leggi qui il post).

Da Dona Lilia ci chiamano un minivan che in poco tempo ci preleva e ci riporta a Neiva, da cui con un bus questa volta rigorosamente diretto rientriamo a Bogotà in tempo per la cena.
E’ sabato sera, e la notte colombiana ci aspetta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »
Follow by Email
Instagram