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CASA DE ALFENIQUE, PUEBLA
AMERICA LATINA,  MESSICO

PUEBLA: LA CITTA’ DEL BAROCCO MESSICANO

Puebla è una grande città: siamo lontani dai pueblitos che ci hanno incantato nei nostri vagabondaggi per il Messico, ma il centro coloniale è un gioiellino di barocco messicano, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. 

La città era chiamata anticamente Puebla de Los Angeles, e si dice che abbia guadagnato questo nome proprio perché furono gli angeli a ispirarne la costruzione. Il nome fu successivamente cambiato in Heroica Puebla de Zaragoza, in omaggio al generale che nell’800 combatté contro i francesi, ma per lo più viene chiamata semplicemente Puebla. 

Il suo centro è un susseguirsi di bellissime e colorate chiese, tantissime, tanto da farla nominare “la città delle 365 chiese”, le cui cupole in mosaico spiccano su muri gialli, azzurri, porpora…l’interno spesso è spoglio, ma fuori sono una più bella dell’altra! Fa eccezione la “Capilla del Rosario”, una cappella settecentesca annessa al Templo de Santo Domingo, riccamente decorata in stucco ed oro puro, che certamente merita una una menzione tra le tante bellezze cittadine. 

COSA VEDERE A PUEBLA

Una delle cose che più mi ha colpito di Puebla è che a differenza delle altre città coloniali, le cui case sono per lo più basse e colorate, è che qui il centro è disseminato di sontuosi palazzi che richiamano lo stile europeo, ma arricchiti da ceramiche incastonate nei muri e candide cornici o decorazioni sui frontoni che ricordano tanto dei riccioli di panna, tanto che una delle più belle magioni cittadine, la casa de Alfenique, visitabile anche al suo interno, prende il nome dal tipico omonimo dolce in pasta di zucchero. 

Da non perdere anche o la casa de Los Munecos che è ora sede di un museo e che vanta una facciata barocca splendidamente decorata. Oltre a vagare per il centro, bisogna assicurarsi di dedicare qualche ora all’esplorazione del Barrio del Artista, dove si trovano gli atelier degli artisti locali, del mercato el Parian, paradiso delle artesiane, e del colorato callejon de Los Sapos con i suoi curiosi negozietti di artigianato ed i suoi bar.

IL BARRIO DI XANENETLA, LA “CIUDAD MURAL” DI BUEBLA

Un pò fuori dai circuiti turistici, il Barrio di Xanenetla è invece uno tra i quartieri più antichi ma anche più poveri della città, e fino a pochi anni fa era considerato assolutamente off limits.

Oggi, grazie a un ambizioso progetto di murales che ne ha colorato la maggior parte dei muri, questo ex Barrio degradato si è trasformato nella Ciudad Mural” di Puebla. Noi abbiamo deciso di esplorarlo, abbinano la sua visita a quella dei tunnel segreti di Puebla, la parte restaurata di una complessa rete di tunnel risalenti a 500 anni fa, nascosti sotto la città ed utilizzati anche dai soldati messicani per vincere durante la guerra civile la battaglia del 5 di maggio del 1862 contro i francesi, data che da allora è festa nazionale.

Risaliamo i tunnel che ci portato fino al mirador della collina de Los Fuertes, da cui con il cielo limpido si ha una bella vista sulla città, e poi da lì discendiamo attraverso Xanenetla, tenendoci però nelle vie principali perché, rehab o no, più di una persona ci dice che ancora non è consigliabile avventurarsi nei vicoletti con Gopro alla mano. Peccato, la zona è davvero affascinante e i murales bellissimi, con un pò più di polizia in giro diventerebbe probabilmente una delle più affascinanti e visitate zone della città.

I DINTORNI DI PUEBLA E I SUOI “PUEBLOS MAGICOS”

Nei dintorni di Puebla ci sarebbe molto altro da fare: prima di tutto una visita a Cholula, pueblo magico che sorge sul sito della capitale dell’antica civiltà mixteca. La piramide di Cholula, ad oggi per la maggior parte ricoperta di vegetazione tanto da sembrare una collina, è la piramide più grande costruita dall’uomo, ora sormontata da una chiesa cattolica che gli invasori spagnoli hanno ben pensato di costruire al posto del tempio che la sovrastava per mettere bene in chiaro chi comandava. Solito no comment.

Purtroppo noi non riusciremo a vedere Cholula con i nostri occhi, nè lei nè  l’altro coloratissimo e fioritissimo pueblo magico che avevo nel mirino, Atlixo, nè tantomeno potremo fare come avremmo voluto una passeggiata su uno dei vulcani a due passi dalla città: Joh è caduto nelle mani di Montezuma e della sua famosa maledizione, che lo costringono a letto per ben tre giorni e a cibo in banco per ben più a lungo, motivo per cui dovremo rimandare le gite intorno a Cholula a un (magari) prossimo viaggio.

Città del Messico ci aspetta per un paio di giorni da dedicare a quello che solo la grande città ci può offrire (vedi parrucchiere, i miei capelli alla Crudelia De Mon chiedono attenzione, shopping, assolutamente dobbiamo rimpiazzare un pezzo della nostra amata Gopro etc etc) prima di imbarcarci verso la nostra prossima tappa.

ARRIVEDERCI A PRESTO, MEXICO QUERIDO..

Dopo due mesi e 5 giorni tra città coloniali, pueblitos mágicos, spiagge caraibiche e oceaniche, selva, rovine e buon cibo -la forma smagliante delle Filippine é già un ricordo- é arrivato il momento di abbandonare il Messico.

In questo paese siamo stati bene, nonostante dalle nostre parti spesso si sentano brutte voci sul suo conto, in particolare sulla sicurezza, noi non ci siamo mai sentiti a disagio o poco al sicuro.

Certo, meglio non infilarsi in vicoli bui la notte o vagare con reflex al collo per un quartiere popolare senza prima essersi assicurati con i locali di essere in una zona ‘safe’, come anche valgono sempre le regole di essere gentili con tutti, rispettosi e di non ostentare ricchezze, ma queste regole valgono in qualsiasi paese, in particolare se non tutti se la passano alla meraviglia.
Detto questo, abbiamo incontrato tante persone amabili, ospitali e sorridenti, contro ben pochi tentativi di fregatura o trattamento “speciale” da turista, eccetto forse qualche taxista.

In conclusione, se dovessi dare una pagella al Messico sicuramente avrebbe tra i voti più alti di tutti i paesi mai visitati.
Quindi si parte ma…hasta luego Mexico querido, nos veremos pronto!!

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