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KALANGGAMAN
FILIPPINE,  SUD EST ASIATICO

MALAPASCUA E KALAGGAMAN: THE LOST PARADISE?

Arrivati a Malapascua dopola meravigliosa Siargao (leggi qui) ci ricongiungiamo con la nostra amica e compagna di viaggio Armanda.

Armanda, essere restata un pò più a lungo a Panglao (leggi qui), ora è approdata a Malapascua da due giorni, attesa che ha riempito con il corso di advanced diving. Io questa volta non la seguo, decido però di regalarmi un’ultima immersione filippina, dato che Malapascua è l’unico posto al mondo in cui si ha la quasi certezza di poter nuotare insieme agli squali volpe.

Fisso l’immersione per l’ultima mattina che passeremo sull’isola, dato che prima abbiamo deciso di imbarcarci in un’ultima avventura, una fuga sull’isola semi-deserta di Kalanggaman. Si, questo anche perché, purtroppo, l’isola di Malapascua ad un primo sguardo non ci ha proprio entusiasmando.

MALAPASCUA: PRO E CONTRO

Al nostro arrivo la prima cosa che abbiano notato è che il problema spazzatura qui è parecchio evidente a differenza di quello che abbiamo visto altrove, inoltre la bella spiaggia del paese, Bounty beach, è completamente invasa dalle barche attraccate a riva, tanto che è difficile fare un bagno.

Avere una spiaggia come si deve si può, bisogna però attraversare i circa 3 km (meglio in moto-taxi) che separano Bounty beach dalla splendida e isolata Langob Beac, al nord di Malapascua. Questa spiaggia è bella ma ancor più bella è la baietta che si trova sulla sua destra, dove ci sono i resti di un resort abbandonato.

Qui non c’è davvero niente e nessuno, la spiaggia è bianca, pulita e orlata da palme che regalano ombra tutto il giorno ed il mare è perfettamente azzurro e abitato da adorabili famigliole di nemo.  Oltre a questo -e alle immersioni, che a quanto pare sono la maggior attrattiva dell’isola- qui non c’è molto da fare, quindi Kalanggaman ci sembra una perfetta alternativa.

IL PARADISO (S)PERDUTO: KALANGGAMAN

Kalanggaman è una isoletta disabitata lunga meno di un km, occupato per circa la metà da una perfetta lingua di sabbia bianca circondata da mare cristallino.

In questo ultimo mese e mezzo abbiamo visto tanti posti splendidi, ma ancora una volta quando la nostra banca si avvicina alla punta di sabbia bianca adagiata in mezzo al mare rimaniamo letteralmente a bocca aperta. In quel momento non sai se fotografare, filmare, buttarti in acqua direttamente dalla barca o rimanere semplicemente a contemplare l’azzurro per cercare di imprimertelo nella retina. Perché un colore così perfetto non è riproducibile nemmeno dalla miglior macchina fotografica.

La maggior parte dei turisti approdano qui solo per gite in giornata, ma così facendo si perdono il meglio. Si perché sull’isola si può anche pernottare.

Non ci sono strutture, solo qualche mini capannina di legno e la possibilità di campeggiare, oltre ad un paio di baracchini che vendono da bere e qualcosa da mangiare. Non che i gruppi di filippini che sono già sull’isola per dormirci si facciano cogliere impreparati, qui sono in corso banchetti da cerimonia e le griglie vanno a tempo pieno, cosa che nemmeno a ferragosto sulle spiagge pugliesi, ma anche per noi visitatori sprovveduti c’è di che non morire di fame. 

Per quel che ci riguarda, siamo già d’accordo per farci recuperare dal tour del giorno seguente, quindi noleggiamo due tende e perlustriamo la parte di isoletta coperta dalle palme per individuare dove vogliamo farci posizionare le tende. Ovvero, a pochi metri dalla riva, ovviamente. Esploriamo il resto dell’isolotto in costume e a piedi scalzi, come resteremo per le successive 24 ore. 

Dall’altro capo dell’isola il paesaggio è non meno stupefacente, qui la lingua di sabbia sembra aver attraversato la terra per poi serpeggiare sotto il pelo dell’acqua, formando una specie di passerella azzurra che sfuma nel blu del mare. Se questa non è perfezione, ci si avvicina parecchio. La sera il baracchino ci fornisce un pollo fritto che ci gustiamo ancora umidi dell’ultimo bagno dopo il calare del sole, e credetemi mai pollo fritto avrà un sapore più buono.

Passiamo le ore seguenti a chiacchierare sotto il cielo stellato in compagnia di svariate birre fino a che le onde non ci accompagnano nel sonno. La notte è piuttosto freddina ma il risveglio all’alba con tuffo in mare per stropicciarsi gli occhi ripaga in pieno la notte non particolarmente confortevole. Riprendiamo l’attività di bagnetto-contemplazione-snorkeling fino a che alle 2 circa la nostra barca non ci raccatta per riportarci alla base.

DIVING CON GLI SQUALI A MALAPASCUA

Non potevamo concludere in modo migliore questo mese e mezzo di avventure filippine, se non che mi aspetta un ultimo bonus, l’emozione che proverò la mattina dopo quando a 30 mt di profondità vedrò nuotare a pochi metri da me decine di elegantissimi squali volpe.

L’immersione inizia all’alba, quando questi squali schivi e non aggressivi si avvicinano alle pareti di un’isola sommersa per permettere ai pesciolini che abitano queste zone di ripulirli da parassiti e sporcizia, qui basta appostarsi tranquilli per vedere questi magnifici animali dalla lunga coda sfilare davanti a gruppetti di sub meravigliati. Beh, io meravigliata lo ero, all’ennesima potenza! 

Dopo quest’ultimo regalo concesso dalla meravigliosa natura di questo paese, siamo pronti per lasciare Malapascua e rientrare un’ultima volta a Cebu, dove ritiriamo il passaporto e ci concediamo un girono di riposo prima di intraprendere le 36 ore di volo che ci separano dalla seconda parte del nostro viaggio, l’America Latina.

I 46 giorni trascorsi nelle Filippine ci hanno riempito gli occhi di paesaggi incredibili, tra spiagge da sogno, natura rigogliosa, fiumi e cascate; ci hanno riempito il cuore con momenti di gioia, con sorrisi, con incontri speciali, con il senso di libertà che ci hanno trasmesso; ci hanno riempito la memoria di ricordi preziosi, di avventure e di meraviglia.

Tra i tanti paesi visitati fin’ora forse solo Cuba era riuscita ad entusiasmarci così tanto, anche se per motivi diversi. Quello che c’è a Cuba, e più in generale in America Latina, è legato all’atmosfera che si respira e alla cultura di fondo, qui alle Filippine è invece il trionfo della Natura, una bellezza tanto grande che è difficile pensare di poter ritrovare altrove, quanto meno con questa varietà.

Ogni giorno qui ci ha riservato nuove sorprese e ci ha fatto svegliare con il desiderio che la giornata non finisse mai per non smettere di riempirci gli occhi di verde e di azzurro; abbiamo dormito poco, percorso tantissimi chilometri con qualsiasi mezzo a nostra disposizione; abbiamo sorriso tanto e siamo stati molto consapevoli della fortuna di essere qui a gustarci questo paese senza fretta, lasciandogli il tempo di farsi conoscere e di conquistarci.

Siamo pronti a partire, ma senza essere pronti a dire addio. Arrivederci Filippine, speriamo di rincontrarci presto.

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