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TRAVEL

RIFLESSIONI POST VIAGGIO: IL SOGNO DEL CHIRINGUITO SULLA SPIAGGIA

Quando siamo partiti avevamo un sogno.
O meglio. Un sogno nel sogno. Quello di non tornare più, di trovarci un bell’angolo di paradiso e di aprire il famoso chiringuito sulla spiaggia.

D’altra parte, quale viaggiatore non ha mai sognato di aprire un chiringuito sulla spiaggia o una sua variante ?

La nostra idea non era proprio un chiringuito ma si, il concetto più o meno era quello. Volevamo un posticino tutto per noi, dove vivere con dei ritmi più lenti, possibilmente “walking distance” da una bella spiaggia, meglio se coordinata di palme ed acqua azzurrissima. 

Da tanti anni, probabilmente dal primo viaggio fatto insieme in America Latina, nella nostra testolina aveva iniziato a frullare l’idea di dare vita un giorno a un B&B tutto nostro. Anzi, per essere precisi, il sogno prevedeva più un ibrido tra un ostello e un B&B. Hai presente quei posti dove ti senti a casa, dove è facile fare amicizia e che quando vai via ti sembra di lasciarti dietro un pezz’e core?

Ecco, ci sarebbe piaciuto tanto trovare il posto giusto e mettere le basi per questo progetto che da tanto ci portiamo dietro, disegnato nella nostra fantasia.

In passato, durante le due settimane standard di ferie, ci siamo imbattuti in un paio di posti (indovina dove? O forse qui?) che ci hanno fatto battere il cuore e dire….e se? E se fosse questo il posto giusto?
In entrambe i casi si trattava di isole, in entrambe i casi, naturalmente, di America Latina, in entrambe i casi siamo restati decisamente troppo poco per dare una risposta a quel “se”.

Così, quando abbiamo deciso di partire per questo anno di viaggio, quella di trovare il posto perfetto per il nostro B&B era decisamente più che una speranza.

E allora, direte, che cavolo ci fai ora a scrivere all’ombra della Madonnina?
Il fatto è che a volte anche i sogni cambiano mentre li vivi.

O forse semplicemente non abbiamo trovato “il posto giusto”.

E non è che non ci abbiamo provato.
In ogni posto dove siamo stati bene per più di tre giorni abbiamo iniziato a cercare con lo sguardo cartelli vendesi attaccati alle case e a tendere le orecchie per captare possibili occasioni.
Ma se le occasioni giuste spesso necessitano tempo per farsi scovare, ecco che dopo una decina di giorni riaffiorava una sorta di inquietudine, il desiderio di puntare gli occhi lontano, di seguire la direzione del vento e scoprire cosa c’era dietro la prossima curva.

Il problema è questo: viaggiare crea dipendenza.

La sete di viaggio non si placa mai. Così, ogni volta esplodeva nella nostra mente il pensiero: “C’è ancora così tanto da vedere! Se non lo facciamo ora, quando potremo rifarlo?”.
E via, pronti a partire per la prossima tappa, così fino ad arrivare a fare i conti con un budget purtroppo non infinito.

E che forse non eravamo, non siamo pronti a fermarci.
O magari solo il Nostro Posto aspetta ancora di essere trovato. 

Non nego che ora che siamo qui, nuovamente nella nostra Milano, a volte mi chiedo se il non fermarci sia stata la scelta giusta. Perché anche se questa è la mia città, so che non è il mio, non è il Nostro Posto. E poi, una volta che si è vissuto come abbiamo vissuto negli ultimi due anni, tornare indietro è davvero difficile.

Non sappiamo ancora cosa ci porterà il futuro, se il nostro sogno “chiringuito sulla spiaggia” sarà un giorno realtà o sarà solo la spinta per continuare a esplorare e conoscere il mondo. Perché se di una cosa siamo certi, è che questo viaggio meraviglioso non resterà “figlio unico”.

Johnny, con la sua saggezza latina, è certo che ogni cosa arriverà al momento giusto, ed io voglio fidarmi di lui. Ora è il momento di rimettere insieme le idee, di lavorare e di costruirci nuove possibilità, ma la strada -è forse il Nostro Posto- è li che ci aspetta, e noi non vediamo l’ora di iniziare di nuovo a calpestarla.

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